NIS2 e sicurezza informatica

NIS2 e sicurezza informatica: guida completa per aziende, fornitori e compliance
In un mondo sempre più digitale e interconnesso, la sicurezza informatica non può più essere considerata un semplice aspetto tecnico. È diventata una componente essenziale della governance aziendale, della fiducia dei clienti e della sostenibilità del business. In questo contesto si inserisce la direttiva NIS2, che punta a rafforzare la postura cyber delle organizzazioni operanti nei settori strategici dell’economia europea.
Molto più di un obbligo normativo, la NIS2 rappresenta un’occasione concreta per le imprese di tutte le dimensioni per strutturare un efficace vendor risk management plan, integrare un solido third-party risk management framework, e adottare una cultura della cyber resilience capace di affrontare i rischi digitali emergenti.
La direttiva NIS2: cosa prevede e perché è importante
La direttiva (UE) 2022/2555, nota come NIS2, è entrata in vigore in Italia il 16 ottobre 2024, con la pubblicazione del Decreto Legislativo n. 138. La sua funzione è quella di elevare il livello di cybersecurity in tutta l’Unione Europea, garantendo maggiore protezione alle infrastrutture critiche, ai sistemi informativi e ai dati sensibili.
Rispetto alla precedente normativa (NIS), la NIS2 amplia il raggio d’azione e introduce obblighi più stringenti. Non solo aumenta il numero di settori coinvolti, ma ridefinisce le categorie di operatori coinvolti, abbandonando la vecchia distinzione tra OSE e DSP per adottare un criterio basato sull’importanza strategica dei servizi offerti.
Le imprese, quindi, sono chiamate a ripensare il proprio approccio alla sicurezza, non più come reazione a incidenti informatici ma come pratica integrata nei processi decisionali. Il concetto di cybersecurity risk diventa parte integrante della gestione aziendale quotidiana.
A chi si applica la NIS2
Uno degli elementi più rilevanti della NIS2 è l’estensione dell’ambito di applicazione. La direttiva si rivolge sia alle organizzazioni pubbliche che private, operanti in settori considerati critici o altamente critici per il funzionamento socioeconomico dell’UE. Tra questi troviamo sanità, trasporti, energia, finanza, pubblica amministrazione, infrastrutture digitali come cloud e data center, fino ai servizi postali, la gestione dei rifiuti e la produzione ICT.
Il criterio dimensionale è un altro punto centrale: la direttiva si applica in generale alle medie e grandi imprese (cioè con almeno 50 dipendenti o un fatturato annuo superiore a 10 milioni di euro), ma può coinvolgere anche aziende più piccole qualora operino in ambiti considerati strategici o ad alto rischio.
In pratica, molte aziende che prima erano escluse ora si trovano coinvolte. E questo include anche tutti quei fornitori che operano lungo la filiera digitale, rendendo urgente l’adozione di un third-party risk management framework ben strutturato.
Sicurezza della supply chain: un punto critico della NIS2
La direttiva pone una forte enfasi sulla sicurezza della catena di approvvigionamento, consapevole del fatto che i fornitori e i partner esterni rappresentano spesso un punto debole per la sicurezza informatica di un’organizzazione.
Per questo motivo, le aziende sono tenute a identificare con precisione i propri fornitori critici, valutare i rischi associati a ciascuno e monitorarne le attività nel tempo. In fase di vendor onboarding, è fondamentale definire criteri chiari e requisiti minimi di sicurezza, che devono poi essere integrati nei contratti e verificati attraverso controlli periodici.
Un vendor risk management plan efficace non si limita a classificare i fornitori, ma prevede attività di continuous monitoring, con audit, valutazioni e piani di mitigazione delle vulnerabilità identificate. Il tutto, ovviamente, documentato e aggiornato con regolarità.
Quali sono i requisiti previsti dalla NIS2
Dal punto di vista operativo, la NIS2 richiede l’implementazione di un set coerente di misure tecniche e organizzative per prevenire, rilevare, rispondere e riprendersi da incidenti informatici.
Si parte con la necessità di avere una valutazione strutturata dei rischi, che permetta di comprendere i punti deboli dell’infrastruttura digitale aziendale e pianificare le azioni di mitigazione. A questa si affianca l’obbligo di adottare misure di protezione dei sistemi IT e di rete, come autenticazioni multifattoriali, crittografia dei dati, segmentazione della rete e sistemi di rilevamento delle intrusioni.
La direttiva insiste anche sull’importanza della gestione degli incidenti: le aziende devono essere in grado di riconoscere rapidamente un attacco, contenerlo e ripristinare la normale operatività, comunicando tempestivamente l’evento alle autorità competenti.
Altri aspetti importanti includono la formazione del personale (per diffondere pratiche di igiene digitale e aumentare la consapevolezza sui rischi), la protezione degli asset hardware e software, e l’adozione di politiche e procedure per valutare regolarmente l’efficacia delle misure di sicurezza implementate.
Conformità e sanzioni: perché conviene essere pronti
Adeguarsi alla NIS2 non è facoltativo per le aziende che rientrano nei criteri di applicazione. Il mancato rispetto degli obblighi comporta sanzioni economiche importanti, che possono arrivare fino al 2% del fatturato globale o a 10 milioni di euro. In alcuni casi, sono previste anche responsabilità individuali per i dirigenti e obblighi di risarcimento in caso di danni subiti da terzi.
Ma la compliance non è solo una questione di evitare multe: è anche un vantaggio competitivo. Un’azienda conforme alla NIS2 ha una gestione dei dati più solida, una maggiore affidabilità percepita da clienti e stakeholder, ed è spesso più veloce nel rispondere alle crisi.
Come prepararsi alla NIS2: un approccio strategico
Prepararsi alla direttiva richiede un lavoro approfondito ma graduale. Si parte sempre con un'analisi dei rischi, per capire dove intervenire e con quali priorità. A questo segue la definizione di una governance della sicurezza, con ruoli chiari, responsabilità assegnate e processi documentati.
Molto importante è strutturare un vendor risk management plan efficace, capace di integrare controlli nella fase di onboarding dei fornitori e strumenti di monitoraggio costante nel tempo. Ogni fornitore dovrebbe essere valutato non solo per la qualità dei servizi offerti, ma anche per la maturità delle sue politiche di sicurezza informatica.
Parallelamente, l’azienda dovrebbe investire nella formazione continua dei dipendenti, per sviluppare una cultura diffusa della sicurezza. Le tecnologie da sole non bastano se le persone non sanno come comportarsi di fronte a un attacco o a un comportamento sospetto.
Infine, è essenziale prevedere attività di continuous monitoring, con verifiche, controlli periodici, test e simulazioni. Solo un controllo costante permette di mantenere alto il livello di sicurezza e di adattarsi a nuove minacce.
La cultura della resilienza digitale
Uno degli aspetti più innovativi della NIS2 è che non si concentra solo sulla tecnologia, ma spinge verso la costruzione di una cultura della cyber resilience. Questo significa vedere la sicurezza informatica come parte integrante della strategia aziendale, non come una voce di spesa da contenere.
Le aziende che adottano questo approccio diventano più solide, più credibili e più competitive. Riescono a rispondere meglio agli imprevisti, a mantenere la continuità operativa anche in caso di attacchi e a garantire la protezione dei dati dei propri clienti e stakeholder.
Come può aiutarti ResilientX Security
Il nostro team di esperti in cybersecurity, compliance e gestione del rischio supporta le aziende nella definizione di un piano personalizzato per l’adeguamento alla direttiva. Dall’analisi iniziale alla progettazione di un third-party risk management framework, fino all’implementazione di sistemi di protezione e monitoraggio continuo, affianchiamo le imprese passo dopo passo.
Per approfondire come integrare la gestione del rischio delle terze parti (TPRM) nella tua strategia di sicurezza, puoi leggere altri articoli sul nostro Blog o fissare una call con uno dei nostri esperti.
Conclusione
La direttiva NIS2 rappresenta un’evoluzione decisiva per la sicurezza informatica in Europa. Non è solo un insieme di regole da rispettare, ma una spinta concreta verso un modello di business più sicuro, resiliente e consapevole.
Chi saprà trasformare la compliance normativa in una leva strategica potrà non solo ridurre i rischi informatici, ma anche consolidare la propria reputazione e competitività nel lungo periodo. Implementare oggi un piano efficace di gestione del rischio, costruire relazioni sicure con fornitori e partner, e investire in una cultura della sicurezza può fare la differenza domani.